Tel Aviv/Teheran – Il conflitto tra Israele e Iran ha raggiunto un nuovo livello di intensità. Nel 619º giorno di ostilità, le forze israeliane hanno annunciato di aver ottenuto la supremazia aerea su Teheran, portando avanti una massiccia campagna di bombardamenti contro obiettivi militari e infrastrutture strategiche iraniane.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) riferiscono di aver colpito oltre cento lanciatori missilistici iraniani e diversi impianti legati al programma nucleare. Fonti vicine all’intelligence militare parlano anche della distruzione parziale di una struttura sensibile nel sud dell’Iran.
In risposta, Teheran ha lanciato un contrattacco su larga scala. L’operazione, denominata “True Promise III”, ha incluso oltre 350 tra missili balistici e droni lanciati verso Israele. Le principali città colpite includono Tel Aviv, Haifa, Petah Tikva e zone circostanti. Le autorità israeliane hanno confermato almeno 24 vittime civili e centinaia di feriti.
In Iran, il bilancio è ancora più drammatico: le cifre ufficiali parlano di almeno 224 morti, tra cui anche scienziati e tecnici coinvolti nei progetti nucleari. Tuttavia, fonti non governative riferiscono che il numero delle vittime potrebbe superare i 400.
L’escalation ha suscitato una reazione immediata da parte della comunità internazionale. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito d’urgenza, mentre l’Unione Europea, il G7, la Russia e la Turchia hanno espresso forte preoccupazione e chiesto la cessazione delle ostilità. Intanto, ambasciate e aziende multinazionali stanno evacuando personale da Teheran e Tel Aviv.
Israele ha anche lanciato un appello alla popolazione civile della capitale iraniana, invitando alcuni quartieri ad evacuare in vista di ulteriori operazioni aeree. Una mossa che lascia intendere la possibilità di nuovi raid mirati nelle prossime ore.
Sul piano economico, il conflitto ha già avuto conseguenze rilevanti. Il prezzo del petrolio è salito del 12% in 48 ore e si registrano tensioni crescenti nei principali porti del Golfo Persico. I negoziati sul nucleare, già in fase di stallo, sembrano ormai sospesi a tempo indeterminato.
Il futuro appare incerto. Entrambe le parti affermano di non volere un conflitto prolungato, ma allo stesso tempo ribadiscono il diritto alla difesa e alla rappresaglia. Le prossime ore saranno cruciali per comprendere se si procederà verso un cessate il fuoco, o se il Medio Oriente andrà incontro a una crisi ancora più profonda.
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