L’Etna è tornato a mostrare tutta la sua potenza in una notte carica di energia e fiamme. A partire dalla tarda serata del 18 giugno, il Cratere di Sud-Est ha dato vita a una serie di esplosioni stromboliane che hanno preannunciato un’eruzione significativa. Il tremore vulcanico, indicatore di attività interna, ha registrato un’impennata nei valori fino a raggiungere soglie molto alte.
All’alba del 19 giugno, la montagna ha iniziato a emettere una fitta colonna di cenere che si è innalzata fino a 6 chilometri di altezza. Una nube imponente che ha spinto le autorità a modificare lo stato di allerta per il traffico aereo, passando dal livello arancione a quello rosso, il massimo previsto nei protocolli di sicurezza.
Quasi contemporaneamente, si sono formate due colate laviche. La prima ha preso la direzione della Valle del Leone, manifestandosi intorno alle 5:55 del mattino. La seconda, comparsa alle 11:35, si è mossa lungo un versante diverso ma sempre in prossimità del Cratere di Sud-Est. Entrambe sono risultate visibili anche a occhio nudo dai centri abitati più vicini.
Nonostante l’intensità dell’eruzione, l’aeroporto di Catania ha mantenuto operative le sue attività, grazie a un costante monitoraggio delle condizioni atmosferiche e delle traiettorie della nube di cenere. Tuttavia, è stato richiesto alle compagnie aeree di valutare eventuali variazioni nelle rotte e di adottare misure di prudenza.
Alle 6:10 circa, nuove esplosioni hanno arricchito il panorama vulcanico. La nube si è estesa verso nord, ma la presenza di copertura nuvolosa ha parzialmente ostacolato l’osservazione diretta dell’attività eruttiva.
A rendere ancora più complessa la situazione è stato un trabocco lavico verso sud-est, registrato a metà mattinata, che si è aggiunto alle due colate principali. A questo si è sommato il parziale crollo del fianco nord-orientale del cratere, che ha generato una nube piroclastica e detriti finiti nella Valle del Bove.
Il sistema di sorveglianza ha continuato a segnalare tremori ad alta frequenza, un chiaro indice della persistenza dell’attività. Le autorità locali hanno sconsigliato vivamente qualsiasi tipo di escursione nelle zone sommitali, in particolare durante le ore notturne, per il rischio elevato di improvvise emissioni di gas, lapilli e colate.
Le colate laviche, nella fase iniziale molto fluide e luminose, si sono successivamente stabilizzate e stanno ora attraversando una fase di raffreddamento. Tuttavia, l’attività del vulcano rimane intensa e sotto stretta osservazione.
Il fenomeno eruttivo del 19 giugno si colloca tra gli eventi più rilevanti dell’attività recente dell’Etna. Il cratere ha dato vita a una sequenza esplosiva di tipo stromboliano, che ha generato spettacolo ma anche apprensione.
La Protezione Civile ha diffuso bollettini informativi per invitare cittadini, escursionisti e operatori turistici alla massima cautela. Le guide autorizzate hanno sospeso le escursioni previste alle quote più alte e i rifugi montani hanno adottato misure di sicurezza.
Nonostante la spettacolarità delle immagini e delle emissioni laviche, l’eruzione non ha provocato danni a persone o abitazioni, essendo rimasta confinata nelle zone alte del vulcano. Tuttavia, la potenza dell’evento ha ricordato quanto l’Etna sia una forza naturale ancora oggi imprevedibile.
Il vulcano più alto d’Europa continua a dominare lo scenario siciliano con la sua presenza affascinante e pericolosa. La sua attività, osservata da geologi e appassionati, rappresenta un costante richiamo all’equilibrio tra uomo e natura.
In attesa di sviluppi, le istituzioni restano all’erta, pronte ad intervenire nel caso l’attività dovesse aumentare ulteriormente nei prossimi giorni. Per ora, il gigante si è risvegliato, e con lui la meraviglia e il timore che da secoli accompagna ogni sua manifestazione.
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