Il nome emerso in modo definitivo nelle indagini sulla tragedia avvenuta il 7 giugno scorso a Villa Pamphili, dove sono stati rinvenuti i corpi di una donna e della sua bambina. La vittima, russa originaria di Omsk, aveva 28 anni e risiedeva a Malta dal settembre 2023 per seguire un corso di inglese. Si chiamava Anastasia Trofimova.
La conferma dell’identità è stata raggiunta grazie al confronto con le impronte digitali e grafiche della madre intervenuta tramite un programma televisivo, che ha riconosciuto anche un tatuaggio sul piede della ragazza. Anastasia aveva comunicato con la madre l’ultima volta il 27 maggio, in una videochiamata durante la quale era presente anche un uomo, identificato successivamente come Charles Francis Kaufmann, che si presentava come Rexal Ford.
Era stato proprio lui, trentaseienne con precedenti, a richiedere all’ambasciata statunitense di Malta la registrazione della figlia della donna con il cognome Ford, utilizzando falsi documenti. La bambina, nata a Malta nel giugno 2024, era stata registrata con nome Andromeda, ma risulta anche segnalata con altri nomi come Lucia o Sara.
Pochi giorni dopo l’ultimo contatto ufficiale, Anastasia aveva inviato un messaggio alla madre riferendo di tensioni nella sua relazione ma di un’intenzione di risolvere le problematiche. Purtroppo, entrambe sono state ritrovate morte nei pressi di Villa Pamphili, la madre a terra e la piccola accanto a lei.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, si sono avvalse della collaborazione delle autorità maltesi e dell’FBI per ricostruire la rete di comunicazioni, spostamenti e documentazioni false utilizzate da Kaufmann. L’uomo è stato arrestato in Grecia e ora è in attesa di estradizione in Italia. Negli interrogatori ha ammesso alias multipli e falsi documenti, ma si dichiara innocente.
Nel frattempo si è aperta un’inchiesta interna su tre occasioni in cui la polizia avrebbe potuto fermare e identificare la coppia, in particolare il 20 maggio e il 5 giugno, quando il sospetto era apparso ubriaco e aggressivo insieme alla bambina. Gli agenti non avrebbero proceduto agli accertamenti necessari, lasciando così complicare la vicenda.
La madre di Anastasia ha espresso sgomento per la sorte della figlia e della nipote e ha chiesto risposte sul destino dell’uomo che le ha accompagnate. Il riconoscimento dell’identità ha tolto l’anonimato a due vittime che avevano vissuto mesi prima sotto false identità.
Ora l’obiettivo è ricostruire il percorso: capire dove Anastasia e la bambina fossero state nei giorni precedenti, con chi avessero avuto contatti e cosa esattamente sia accaduto nel parco quella mattina. Documentazioni, telefonate, immagini e testimonianze di vicini di Villa Pamphili sono al centro delle attenzioni degli inquirenti.
Nel frattempo, il tessuto familiare della donna, in Russia, attende con angoscia sviluppi e giustizia, mentre la città di Roma resta attonita di fronte a una vicenda che nasconde misteri e fragilità.
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