Stanchezza costante, sonnolenza diurna e difficoltà a mantenere la concentrazione. Per mesi, un noto sportivo ha attribuito questi segnali al carico degli allenamenti e allo stress quotidiano. In realtà, si trattava dei sintomi di una grave patologia fino a quel momento non diagnosticata: l’apnea notturna ostruttiva.
Il campione, il cui nome non è stato reso pubblico per motivi di privacy, ha deciso di raccontare la sua esperienza per sensibilizzare l’opinione pubblica. “Pensavo fosse normale sentirmi così stanco ogni giorno, ma la situazione peggiorava. Dormivo tanto ma mi svegliavo più affaticato di prima”, ha raccontato in un’intervista.
Solo dopo mesi di disagio e un calo evidente delle prestazioni sportive, l’atleta si è sottoposto a una serie di controlli approfonditi. Grazie a un esame del sonno, i medici hanno individuato la causa: episodi ripetuti di apnea che compromettevano la qualità del riposo e, di conseguenza, la salute generale.
Una diagnosi tardiva, ma salvifica. Dopo l’inizio del trattamento – spesso basato sull’uso di dispositivi CPAP o su modifiche allo stile di vita – il campione ha ripreso energie, lucidità e un miglior stato psico-fisico.
Il caso diventa emblema di un problema diffuso ma spesso ignorato, soprattutto tra chi conduce una vita intensa e tende a sottovalutare segnali come la stanchezza cronica o i problemi di concentrazione. La testimonianza lancia un messaggio chiaro: non ignorare il tuo corpo, perché dietro piccoli segnali possono nascondersi problemi seri.
Roger Black, medaglia d’argento olimpica nei 400 metri alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e figura iconica dell’atletica britannica, ha rivelato pubblicamente di essersi sottoposto a un delicato intervento chirurgico al cuore. Una notizia che ha sorpreso e commosso il mondo dello sport, rivelando un lato intimo e vulnerabile di un campione che, per molti, era sinonimo di forza e determinazione.
A 57 anni, Black ha annunciato via social e durante un’intervista esclusiva che l’operazione è stata necessaria a causa di una cardiopatia congenita individuata tardi, ma rivelatasi potenzialmente fatale. “Ho vissuto con una bomba a orologeria nel petto e non lo sapevo”, ha dichiarato con emozione, sottolineando come i sintomi – affaticamento anomalo, difficoltà respiratorie, palpitazioni – siano stati inizialmente sottovalutati, attribuiti all’età o alla normale stanchezza.
L’intervento, eseguito presso un centro cardiologico d’eccellenza nel Regno Unito, è riuscito con successo. I medici hanno rassicurato l’ex atleta sulle sue condizioni attuali e future, anche se dovrà seguire un lungo percorso di riabilitazione e monitoraggio. “Il cuore adesso batte meglio, ma l’esperienza mi ha profondamente segnato. Mi ha costretto a rivedere le mie priorità”, ha raccontato Black.
Quella di Roger non è solo la storia di una crisi superata, ma anche di un nuovo inizio. “Mi sento fortunato a essere ancora qui. E voglio usare questa seconda possibilità per sensibilizzare le persone sull’importanza dei controlli cardiaci, soprattutto tra chi fa sport, anche a livello amatoriale”, ha aggiunto.
Il tempismo dell’annuncio non è casuale: a pochi mesi dall’inizio delle Olimpiadi di Parigi 2024, Black ha voluto rassicurare i suoi fan che sarà presente – non come atleta, ma come commentatore e sostenitore. “Non correrò in pista, ma il cuore batte forte per ogni atleta che si prepara a vivere il suo sogno olimpico”, ha scritto su X (ex Twitter).
L’ex velocista ha ricevuto messaggi di solidarietà da colleghi, fan e personalità del mondo sportivo. Tra questi anche il campione Mo Farah e l’ex rivale Michael Johnson, che hanno espresso stima e affetto: “Un guerriero dentro e fuori la pista”, ha scritto quest’ultimo.
Roger Black è stato uno dei simboli dell’atletica britannica negli anni ’90, portabandiera della staffetta 4×400 metri e volto televisivo dopo il ritiro. Oggi, con la sua testimonianza, dimostra che il coraggio non si esprime solo in gara, ma anche nel riconoscere le proprie fragilità e trasformarle in forza.
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